Non tutti sanno quanto sia complicato ma redditizio diventare ambasciatore

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Rivestire un ruolo di alta rappresentanza dello Stato e lavorare contemporaneamente in molte Nazioni diverse nel corso della carriera è l’agognato sogno di molte persone. Senza considerare che si parla di professioni con stipendi da capogiro. Per chi riesce a superare il concorsone e a raggiungere questo traguardo il sogno diventa realtà. Non tutti infatti sanno quanto sia complicato ma redditizio diventare ambasciatore.

Quanto guadagna un ambasciatore

Portando qualche esempio pratico, lo stipendio di un capo di gabinetto che rientra nel grado di ambasciatore italiano si aggira intorno ai 20 mila euro mensili al netto delle tasse. Un capo d’ufficio di particolare responsabilità e rilevanza, che rientra nel grado di ministro plenipotenziario ha uno stipendio annuale lordo stimato intorno ai 187.043 euro. Qualche migliaio in meno se si tratta di consigliere di ambasciata.

A fronte di queste remunerazioni, gli ambasciatori godono di importanti agevolazioni. Una su tutte è il diritto di abitazione nell’ambasciata o per esempio le varie indennità di trasferta, di sistemazione per il personale trasferito da Roma in sede estera, le provvidenze scolastiche per i figli, etc.

Un altro capitolo è quello delle indennità per le spese di rappresentanza. L’attività di rappresentanza consiste in relazioni personali con le autorità e i corpi diplomatici, iniziative di natura politica, economica e culturale. È fondamentale in tale ambito. Le indennità ad essa relative riguardano i pagamenti di viaggi di rappresentanza domestici, esteri, eventi in ambasciata, macchine di servizio e spese di carburante.

Non tutti sanno quanto sia complicato ma redditizio diventare ambasciatore

Per poter intraprendere la carriera diplomatica, non esiste un percorso universitario univoco.

I titoli di studio che consentono di poter ottenere una giusta preparazione sono solitamente quelli in scienze politiche, scienze dell’amministrazione, finanza, economia, giurisprudenza.

Oltre ad un’ottima preparazione universitaria per iniziare un iter così complicato è fondamentale conoscere ed avere padronanza di almeno tre lingue straniere, scritte e parlate.

Essere fluenti nella lingua inglese è imprescindibile per poter solo sognare di rivestire questo ruolo.

Il concorso

Posto che il candidato possieda sopra citati, dovrà affrontare un concorso pubblico tra i più complessi del nostro stato. Molte università o istituti privati offrono una preparazione specifica per i candidati che vogliono sostenere il concorso.

I requisiti che il candidato deve avere, pena l’esclusione, sono la cittadinanza italiana e il godimento dei diritti politici, non aver compiuto 35 anni, aver portato a termine un percorso di laurea magistrale tra quelle presenti nel bando ed infine possedere l’idoneità psico-fisica. Questo concorso si struttura in tre diverse prove:

preselettiva, detta anche attitudinale: consiste in un questionario di 60 domande a risposta multipla su domande inerenti l’ambito diplomatico e nella stesura di un articolo in italiano ed inglese.

scritta che verte su cinque materie specifiche: Storia delle relazioni internazionali, Diritto internazionale pubblico e dell’unione europea, Politica economica e cooperazione economica, inglese senza uso del dizionario ed una lingua a scelta del candidato.

orale, al candidato viene richiesto di esprimere idee e pareri su questioni di politica internazionale oltre alla possibilità di domande sulle materie già citate.

Sostenuto e passato questo scoglio del concorso, il candidato sarà assunto presso il Ministero degli Esteri e potrà svolgere la sua carriera diplomatica fino ad arrivare al grado di Ambasciatore.

Quanto guadagna un console? Kabul e il caso Tommaso Claudi

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La foto di Tommaso Claudi a Kabul ha fatto il giro del mondo. Gli stipendi dei diplomatici

Quanto guadagna un console? In molti nel vedere la foto del console italiano Tommaso Claudi, immortalato mentre aiuta un bambino a scavalcare un muro dell’aeroporto di Kabul (dove giovedì 26 agosto c’è stato un attentato con almeno 90 morti), si sono fatti questa domanda. Il giovane diplomatico marchigiano nato a Camerino, piccolo comune italiano della provincia di Macerata, non ha ancora 31 anni. La sua carriera diplomatica è iniziata cinque anni fa, dopo una laurea in Linguistica a Pavia (con specializzazione in russo medievale) e una in Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano. La grande copertura mediatica di cui ha goduto la foto ha riacceso l’interesse per la carriera diplomatica. Per questa ragione in molti si sono chiesti, quanto guadagna un console?

Chi è il console Tommaso Claudi e il suo curriculum

La sua carriera diplomatica inizia nel 2017 con la vittoria del concorso che lo porterà a diventare segretario di legazione in prova, ovvero il primo grado della carriera diplomatica (i gradi della carriera diplomatica sono, in tutto, cinque). Il 5 giugno 2018 Claudi viene confermato in questo ruolo con l’assunzione al ministero degli Esteri nella Direzione generale per la promozione del sistema paese.

Come di consuetudine, quando un argomento diventa virale, sono subito scattati sui social i commenti e le domande su quale sia la reale nomina di Claudi, mossi da chi sottolineava che non sarebbe esatta, per il funzionario diplomatico, la definizione di console.

Carriera diplomatica, ruoli e stipendi

Chiariamo subito che l’appellativo di console è assolutamente corretto nel caso di Claudi, che ricordiamo al momento è Segretario di legazione, in quanto “console” è chi svolge funzioni consolari, al di là del suo grado. Inoltre, per la precisione, il titolo di console non è un grado previsto dalla carriera diplomatica bensì l’esercizio di una funzione, quella consolare per l’appunto, che può essere svolta da tutti i componenti di un’ambasciata.

Quindi anche se l’incarico ufficiale di Claudi a Kabul è relativo alla parte commerciale delle attività diplomatiche, non significa che egli non possa svolgere anche l’incarico consolare di occuparsi e agevolare l’evacuazione dei civili italiani. Ergo, chiamare Tommaso Claudi console, è corretto.

Che differenza c’è tra console e ambasciatore?

La differenza tra ambasciata e consolato è netta quanto, a volte, sfuggente. Entrambi sono organi e luoghi fondamentali per la rappresentanza di uno Stato in un Paese straniero. Veniamo dunque all’ambasciata, ovvero il luogo in cui risiede la massima rappresentanza diplomatica di uno Stato all’interno di un altro Paese, detto appunto ambasciatore. Il ruolo svolto dall’ambasciata è quello di rappresentare il proprio Paese, promuovere la cultura dello stesso ad esempio e gestire i rapporti di politica internazionali. Il suo lavoro è principalmente quello di interfacciarsi con la vita politica, culturale e economica del Paese ospitante, creando opportunità di scambio e dialogo tra paesi stranieri.

Il consolato è invece il luogo che svolge una funzione più amministrativa e fornisce quei servizi detti appunto “consolari”. L’esempio più diretto è quello del rilascio dei visti, il rinnovo dei passaporti in seguito a furto o smarrimento e la gestione delle pratiche giudiziarie. Il console è quindi il capo dell’ufficio consolare e per estensione chiunque svolga servizi “consolari”.

Insomma: quanto guadagna un console italiano? Il reddito annuo di un console all’estero con funzione di capo missione è di 45.328 euro, a questa cifra vanno aggiunti gli oneri rappresentati dal costo della vita in un paese straniero che, naturalmente, variano da stato a stato. Per riassumere: le ambasciate sono nella capitale e si occupano dei rapporti istituzionali tra due Paesi, mentre i consolati provvedono alle pratiche burocratiche secondo le varie circostanze.

Quanto guadagna un console italiano?

Come dicevamo i gradi della carriera diplomatica sono cinque. Il più basso è il segretario di legazione, come appunto il nostro Claudi. I dati presenti sul sito del Ministero degli Affari Esteri, ci dicono che nel 2014 il personale con questo titolo erano 272. Lo stipendio mensile, per un segretario di legazione al minimo grado è di 5.170 euro lordi. Arriva a 6.771 per il massimo grado di questo incarico, ovvero quello di capo sezione.

Il grado superiore è quello del consigliere di legazione, nel 2014 erano 223. Il corrispettivo mensile per chi ricopre questo incarico è di 7.339 euro, mentre al massimo grado è di 9.802 euro.

Il grado successivo è quello di consigliere d’ambasciata. Nel 2014 ne contavamo 222. Il loro stipendio mensile è di 11.161 euro lordi al minimo grado e 14.369 euro per il massimo grado, quello di direttore generale.

Penultima carica è quella di ministro plenipotenziario, che riceve 12.909 euro al mese al minimo grado e 20.000 euro al mese per la massima carica prevista da questo grado, quella di vice segretario generale. Secondo i dati, sempre nel 2014, ammontavano a 192.

Veniamo ora al grado più alto della carriera diplomatica quello di ambasciatore, di cui gli ultimi dati aggiornati ne contano un totale di 23. Un ambasciatore guadagna 16.939 al mese, mentre al massimo grado, quello di segretario generale, il suo stipendio mensile è, come per il vice segretario generale, di 20.000 euro lordi mensili.

Fonte: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

I dati degli stipendi si riferiscono al: 18/03/2021

Leggi anche: Quanto guadagna un ministro? Minimo 9.203 euro

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Afghanistan, Crosetto e il filo diretto con l’ambasciatore Pontecorvo dall’aeroporto: “Così muore l’ultimo avamposto libero”

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19 agosto 2021 a

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Intervenuto ad Agorà su Rai3, Guido Crosetto ha raccontato la complessa situazione dell’aeroporto internazionale di Kabul, sui cui resta grazie al contatto praticamente quotidiano con l’ambasciatore Stefano Pontecorvo. “Adesso la situazione si è un po’ normalizzata - è la testimonianza di Crosetto - soprattutto all’interno dell’aeroporto c’è più organizzazione, stanno riuscendo a far partire molti più voli”.

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Decisamente più complicata e caotica è invece la situazione all’esterno: “Il caos è totale, la pressione è fortissima. Questo perché l’aeroporto è considerato l’ultimo avamposto libero in Afghanistan. C’è questa ressa di persone che si sente in pericolo perché effettivamente lo è, vuole partire a tutti i costi e andarsene dal Paese. Si sta organizzando la via d’uscita, il problema - ha sottolineato Crosetto - è che gli Stati Uniti hanno comunque deciso di andarsene a fine agosto. Se cessa la sicurezza Usa, muore l’aeroporto internazionale di Kabul”.

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Già nelle ore successive alla presa di potere da parte dei talebani, Crosetto aveva reso omaggio all’ambasciatore Pontecorvo, fotografato mentre è in prima linea a gestire il caso e il traffico all’aeroporto: “Mentre tutti scappavano - è stato il tweet del fondatore di Fratelli d’Italia - un italiano è rimasto a coordinare l’aeroporto di Kabul, ultimo avamposto diplomatico in Afghanistan per quasi tutto il mondo”.

Ghani fuggito da Kabul con il bottino. L’ex presidente afghano sotto accusa: quanti milioni di dollari si è portato via

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